Capitolo LXII – I sacerdoti del monastero – 1, 11

Capitolo LXII – I sacerdoti del monastero – 1, 11

1. Se un abate desidera che uno dei suoi monaci sia ordinato sacerdote o diacono per il servizio della comunità scelga in essa un fratello degno di esercitare tali funzioni.
2. Ma il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia
3. e non creda di poter fare altro che quello che gli ordina l’abate, tenendo sempre presente che d’ora in poi dovrà essere maggiormente sottomesso alla disciplina.
4. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l’obbedienza alla Regola o la disciplina, ma anzi progredisca sempre più nelle vie di Dio.
5. Conservi sempre il posto che gli spetta in corrispondenza del suo ingresso in monastero,
6. tranne che per il ministero dell’altare, oppure nel caso che la scelta della comunità o la volontà dell’abate l’abbiano promosso in considerazione della sua vita esemplare.
7. Sappia però che deve osservare la disciplina prestabilita per i decani e i superiori.
8. Se avrà la presunzione di agire diversamente, non sia più trattato come un sacerdote, ma come un ribelle.
9. E nell’eventualità che, dopo essere stato ammonito non si correggesse, si chiami a testimonio anche il vescovo.
10. Ma se neanche allora si emendasse e le sue colpe diventassero sempre più evidenti, sia espulso dal monastero,
11. purché però sia stato così ostinato da non volersi sottomettere e obbedire alla Regola.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

17 aprile 17 agosto 17 dicembre
Capitolo LXI – L’accoglienza dei monaci forestieri – 6, 14

Capitolo LXI – L’accoglienza dei monaci forestieri – 6, 14

6. Se però, quando era ospite si è dimostrato pieno di pretese e di difetti, non solo non dev’essere aggregato alla comunità,
7. ma bisogna dirgli garbatamente di andarsene per evitare che le sue miserie contagino anche gli altri.
8. Invece, se non merita di essere allontanato, non sia accolto e incorporato nella comunità solo nel caso che ne faccia domanda,
9. ma sia addirittura invitato a rimanere, perché gli altri possano trarre profitto dal suo esempio
10. e perché dappertutto si serve il medesimo Signore e si milita sotto lo stesso Re.
11. Anzi, se l’abate lo ritiene degno, può anche assegnargli un posto un po’ elevato.
12. E non solamente un monaco, ma anche coloro che appartengono all’ordine sacerdotale o al chiericato, l’abate può destinare a un posto superiore a quello corrispondente al loro ingresso in monastero, se ha notato che la condotta lo merita.
13. Si guardi però sempre dall’ammettere stabilmente nella sua comunità un monaco proveniente da un monastero conosciuto, senza il consenso e le lettere commendatizie del suo abate,
14. perché sta scritto: “Non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te”.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

16 aprile 16 agosto 16 dicembre
Capitolo LXI – L’accoglienza dei monaci forestieri  – 1, 5

Capitolo LXI – L’accoglienza dei monaci forestieri – 1, 5

1. Se un monaco forestiero, giunto di lontano, vuole abitare nel monastero in qualità di ospite
2. e si dimostra soddisfatto delle consuetudini locali,
3. accontentandosi con semplicità di quello che trova, senza disturbare la comunità con le sue pretese, sia accolto per tutto il tempo che desidera.
4. Nel caso poi che egli rilevi qualche inconveniente o dia qualche suggerimento, l’abate si chieda se il Signore non lo abbia mandato proprio per questo.
5. E se in seguito vorrà fissare la sua stabilità nel monastero, non si opponga un rifiuto a questa sua richiesta, tanto più che durante la sua permanenza si è avuto modo di studiarne il comportamento.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

15 aprile

15 agosto

15 dicembre

Capitolo LX – I sacerdoti aspiranti alla vita monastica – 1, 9

Capitolo LX – I sacerdoti aspiranti alla vita monastica – 1, 9

1. Se qualche sacerdote chiede di essere ammesso nel monastero, non bisogna affrettarsi troppo ad accogliere la sua richiesta.
2. Ma se continua a insistere in questa preghiera, sappia che dovrà osservare tutta la disciplina della Regola,
3. senza la minima attenuazione, in modo che gli si possa dire con la Scrittura: “Amico, che sei venuto a fare?”.
4. Gli si conceda tuttavia di prender posto dopo l’abate, di dare la benedizione e di recitare le preci finali, purché l’abate disponga così;
5. altrimenti non pretenda assolutamente nulla, anzi sia per tutti un esempio di umiltà, ben sapendo di essere soggetto alla disciplina della Regola.
6. E se per caso nella comunità si dovesse trattare dell’assegnazione delle cariche o di qualche altro affare,
7. occupi il posto che gli spetta corrispondentemente al suo ingresso in monastero e non quello che gli è stato concesso in considerazione della sua dignità sacerdotale.
8. Se poi qualche chierico, spinto dallo stesso desiderio, volesse essere aggregato alla comunità, sia assegnato a un posto di un certo riguardo,
9. ma sempre a condizione che prometta anche lui l’osservanza della Regola e la propria stabilità.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

14 aprile

14 agosto

14 dicembre

Capitolo LIX – I piccoli oblati – 1, 8

Capitolo LIX – I piccoli oblati – 1, 8

1. Se qualche persona facoltosa volesse offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il ragazzo è ancora piccino, i genitori stendano la domanda di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente
2. e l’avvolgano nella tovaglia dell’altare insieme con l’oblazione della Messa e la mano del bimbo, offrendolo in questo modo.
3. Per quanto riguarda poi i loro beni, o nella domanda suddetta promettano di non dargli mai nulla, né direttamente né per interposta persona, né in qualsiasi altro modo, e neanche di dargli mai l’occasione di procurarsi qualche sostanza,
4. oppure, se non intendono regolarsi secondo questa prassi e desiderano offrire qualche cosa al monastero per la salute dell’anima loro,
5. facciano donazione dei beni che vogliono regalare al monastero, riservandosene, se credono, l’usufrutto.
6. Così si precludano tutte le vie, in modo da non lasciare al ragazzo alcun miraggio da cui possa esser tratto in inganno e – Dio non voglia! – in perdizione, come ci ha insegnato l’esperienza.
7. La stessa procedura seguano anche i meno abbienti.
8. Quanto a coloro che non possiedono proprio nulla, facciano semplicemente la domanda e offrano il loro figlioletto con l’oblazione della Messa, alla presenza di testimoni.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

13 aprile

13 agosto

13 dicembre