Riporto una storia in quattro brevi articoli. Uno al giorno. Eccola. Da leggere in quattro giorni. Un poco alla volta

Un minuto tutto per me – La ricerca

C’era una volta un uomo che voleva essere più felice di quello che era e desiderava che anche gli altri lo fossero.

Era una situazione frustrante, perché l’uomo aveva fatto del suo meglio per procurare la felicità sia a se stesso che agli altri; eppure, nonostante tutti i suoi sforzi, non riusciva a ottenere quello che voleva. L’uomo si era fatto scettico.

Quando era da solo non si sentiva in pace con se stesso come avrebbe desiderato.

Anche nei suoi rapporti con gli altri, in famiglia e sul lavoro, pareva mancare qualcosa di importante.

La cosa migliore che gli potesse accadere era deludere le aspettative che lui stesso oppure altri si erano posti nei suoi confronti. In caso contrario, invece, faceva del male al suo prossimo, anche se in genere non era consapevole.

L’uomo si domandava se sarebbe mai riuscito a scoprire il segreto della felicità.

Tuttavia ne sapeva abbastanza in proposito per rendersi conto, che se mai l’avesse trovata, la felicità sarebbe stata comunque dentro di lui.

Nel frattempo, l’uomo cercava qualcuno che l’avesse già scoperta e lo potesse quindi far partecipe del proprio segreto.

Dopo aver interpellato molte persone l’uomo comprese che gran parte di esse provavano i suoi stessi sentimenti. Pochissimi sembravano davvero felici, tuttavia non volevano dividere con lui il proprio segreto, oppure non ne erano capaci.

Eppure l’uomo sapeva di dover trovare una risposta al più presto, per il bene proprio di quanti gli vivevano accanto o lavoravano con lui.

Si augurava di riuscire a scovare qualcuno che conoscesse quella risposta, che l’avesse vissuta in prima persona e gliela potesse spiegare con un esempio pratico.

“Forse”, pensava, “è un segreto troppo intimo perché possa essere diviso con un estraneo. Se soltanto conoscessi qualcuno…”

Poi di colpo gli venne in mente qualcuno che conosceva molto bene e che era felice e fortunato.

Lo “Zio”, come tutti in famiglia lo chiamavano, pareva possedere proprio tutti i requisiti necessari, dalla buona salute e una solida ricchezza. Eppure l’uomo aveva sentito dire che non era stato sempre così. Lo zio conduceva una vita felice sia in famiglia che nell’ambito della società.

Pareva sempre contento, e lo stesso accadeva a quanti gli stavano accanto. L’uomo rammentò quanto egli stesso si sentisse sereno in compagnia dello zio.

Lo zio pareva conoscere il modo di rendere felice se stesso e gli altri.

Si domandò come mai in precedenza non avesse mai parlato con lui se non superficialmente: si era sempre trattato di conversazioni futili durante le riunioni di famiglia.

Gli telefonò e gli chiese se poteva vederlo: stabilirono di incontrarsi il giorno seguente.