31. Il secondo grado dell’umiltà è quello in cui, non amando la propria volontà, non si trova alcun piacere nella soddisfazione dei propri desideri,
32. ma si imita il Signore, mettendo in pratica quella sua parola, che dice: “Non sono venuto a fare la mia volontà, ma quella di colui che mi ha mandato”.
33. Così pure un antico testo afferma: “La volontà propria procura la pena, mentre la sottomissione conquista il premio”.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

30 gennaio

31 maggio

30 settembre

zzz Capitolo II – L’Abate – 23, 29

zzz Capitolo II – L’Abate – 23, 29

Per quanto riguarda poi la direzione dei monaci, bisogna che tenga presente la norma dell’apostolo: “Correggi, esorta, rimprovera”e precisamente

zzz Capitolo II – L’Abate – 1, 10

zzz Capitolo II – L’Abate – 1, 10

Un abate degno di stare a capo di un monastero deve sempre avere presenti le esigenze implicite nel suo nome, mantenendo le proprie azioni al livello di superiorità che esso comporta.

zzz La Regola di san Benedetto – Prologo 39, 44

zzz La Regola di san Benedetto – Prologo 39, 44

Dunque, fratelli miei, avendo chiesto al Signore a chi toccherà la grazia di dimorare nella sua tenda, abbiamo appreso quali sono le condizioni per rimanervi, purché sappiamo comportarci nel modo dovuto.