Il potere che le clessidre hanno su di me

Il potere che le clessidre hanno su di me

Un caro amico mi ha chiesto se avessi un particolare interesse per gli orologi e per le clessidre. Effettivamente quando vedo un orologio ho una clessidra particolare mi viene voglia di acquistarle. Allora e per questo motivo ho voluto approfondire e capire il valore dell’oggetto “Clessidra”

Fragili come il tempo che inesorabilmente fugge, misura convenzionale e misura astratta dello spazio temporale, la clessidra è la rappresentazione più antica e più famigliare dell’irreversibilità del tempo. Le clessidre erano il compagno preferito degli eruditi perché più pratiche degli orologi ignei come la candela.

Il termine clessidra deriva da “clepto” (rubare) e “hidro” (acqua). Ostentate come simbolo di sapere scientifico, erano usate come strumenti di misura del tempo astrale e del tempo corporale. Il possesso di una clessidra era fonte di prestigio ma anche di autorità e di rispetto. Quando un professore entrava in classe si doveva udire la sabbia cadere nella clessidra. Indispensabile strumento di ogni uomo di sapere, la clessidra è la compagna silenziosa e discreta che misura il tempo delle riflessioni scientifiche e quello delle meditazioni filosofiche.

Già in uso nel XIV secolo, come testimoniato da dipinti e affreschi, è a partire dal XVI secolo che diventa un oggetto di uso quotidiano, quando si diffuse capillarmente fra uomini di scienza e letterati, per via dell’assoluta assoluta precisione di misurazione che garantiva. Regolato l’inizio della rotazione sulla prima ora del quadrante solare, tutte le attività umane diurne erano predeterminate e regolate dagli intervalli scanditi dalle clessidre.

I quarti delle campane, le lotte, i duelli, la durata di un matrimonio o l’assemblea di una congregazione, tutto era cronometrato con l’orologio a sabbia.

Il giusto compenso

Il giusto compenso

“E’ imprudente pagare troppo, ma peggio è pagare troppo poco.

Quando paghi troppo, perdi un po’ di soldi è vero, ma è tutto qui.
Quando invece paghi troppo poco, rischi di perdere tutto, perché ciò che hai comprato non è in grado di fare il lavoro per cui l’avevi acquistato.
La legge comune degli affari nega la possibilità di pagare poco ed ottenere molto: ciò non può accadere.
Se tratti con l’offerente meno caro, è bene che tu preveda una certa riserva per coprirti dal rischio che corri.
Ma se puoi fare ciò avrai certamente abbastanza denaro per comperare qualcosa di meglio.”

John Ruskin (1819-1900) ed il giusto compenso.

John Ruskin era uno scrittore molto prolifico del 19º secolo, nato a Londra, 8 febbraio 1819 – e morto a Brantwood, 20 gennaio 1900, ho fatto stampare due delle sue citazioni su due biglietti che a volte mostro i clienti che provano a trattare sul prezzo.

Così scrisse Seneca

Così scrisse Seneca

“resto sempre stupito quando vedo alcuni che, come se niente fosse, chiedono per se spazi di tempo altrui, e altri che, se glielo si chiede, sono pronti ad accordare ore e ore della giornata; il fatto e che tutti prendono in considerazione lo “scopo” per cui gli si chiede di impegnare il tempo, ma nessuno “valuta” il tempo in se…

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